Museo

La montagna incantata: mostra permanente e temporanea

Rapporto uomo-montagna

Il cuore del circuito museale ideato da Reinhold Messner trova spazio tra le antiche mura di Castel Firmiano, rese accessibili da una struttura moderna in vetro e acciaio. Il percorso espositivo si snoda tra le torri, le sale e i cortili della rocca, offrendo al visitatore una visione a 360 gradi del mondo della montagna. Opere, quadri, cimeli e reperti naturali raccontano lo stretto rapporto che unisce l'uomo alla montagna, l'orogenesi delle catene montuose ed il loro disfacimento, il legame tra montagna e religione, la maestosità delle vette più famose del mondo, la storia dell'alpinismo dagli albori fino all'odierno turismo alpino.

Mostra temporanea 2025

"Himalaya" - Thomas Biasotto


Fotografo + compositore + educatore = HANDwerker

Thomas Biasotto (*1981, San Gallo, Svizzera) è un fotografo e artista svizzero con radici appenzellesi. Con sede a Weissbad AI, nel cuore delle Alpi appenzellesi, ha sviluppato uno stile inconfondibile che unisce natura, precisione e artigianato.

Dopo un apprendistato come fabbro ferraio, che lo ha introdotto all'artigianato, e gli studi di tromba classica, composizione e pianoforte all'Università delle Arti di Zurigo (ZhdK), Biasotto ha trovato la sua vocazione creativa nella fotografia. Ben presto, con una Leica M6 come conferma, ha sviluppato una passione per questo mezzo che lo ha accompagnato fino ad oggi.

Biasotto collabora con aziende rinomate come MAMMUT, Phase One A/S ed Eizo International ed è noto per le sue magistrali fotografie di montagna, che sono custodite come documenti visivi contemporanei in collezioni in Europa e in Asia. Nel suo studio di Appenzello non vengono create solo le fotografie, ma anche le cornici in TB fatte a mano che rendono unica ogni opera d'arte.

Il suo studio è anche un centro culturale: uno spazio di 400 m² che unisce fotografia, concerti e artigianato. Oltre all'attività di fotografo, Biasotto è anche un ricercato compositore e insegnante, che ha composto le musiche per il film drammatico “HÖLDE”, tra gli altri, e trasmette le sue conoscenze come docente in università come la ZHAW e la Leica Academy.

Il lavoro di Biasotto è sinonimo di perfezione tecnica, visione artistica e profondo legame con la natura, e dimostra come la fotografia possa conservare non solo immagini, ma vere e proprie emozioni.

Nelle mie imprese alpinistiche ho sempre fatto un passo alla volta. Se vuoi spostare più in là i confini devi camminare adagio, con passo costante e pacato, a grado a grado. Chi corre saltando i gradini, prima o poi inciamperà. Reinhold Messner

Castel Firmiano: storia & ristrutturazione

Formicaria

Il castello sorge su un'altura di roccia porfirica che si erge alla confluenza dei fiumi Adige e Isarco a sud-ovest della conca di Bolzano. La posizione strategica della rocca lascia immaginare un lungo passato. Il sito espletò funzioni di difesa già nell'età del Bronzo e fu antica fortezza di frontiera longobarda. La prima citazione del suo antico nome “Formicaria” risale al 945. Dal 1027 fu sede dell'amministrazione dei principi-vescovi di Trento. Tra le più antiche fortezze dell'Alto Adige, con le sue mura larghe fino a cinque metri Castel Firmiano rappresenta uno dei primi esempi di architettura difensiva. Nel 1473 il principe del Tirolo Sigismondo il Danaroso acquistò il castello dal principe-vescoco Georg, lo trasformò in fortezza e lo rinominò Sigmundskron (“corona di Sigismondo”). Il suo declino ebbe inizio nel XVI secolo, quando Castel Firmiano cessò di essere utilizzato per scopi militari. Alla fine del XVIII secolo la proprietà passò ai conti von Wolkenstein, a cui subentrarono, dal 1807 al 1870, I Conti di Sarentino, e poi, fino al 1974, i conti Toggenburg.
Il castello ha un alto valore simbolico per i sudtirolesi: nel 1957 Silvius Magnago vi convocò la più grande manifestazione di protesta nella storia politica dell'Alto Adige. Oltre 30.000 sudtirolesi si radunarono nella fortezza per denunciare il mancato rispetto del Trattato di Parigi e per reclamare, al grido di “Los von Trient”, il diritto all'autonomia. Nel 1996 le rovine furono acquistate dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Nella torre del castello, la Torre Bianca, un'apposita esposizione ripercorre le vicende storiche di Castel Firmiano.

Il conservatore del castello

Nell'architetto Werner Tscholl, Messner ha trovato uno spirito affine con cui realizzare il restauro della rocca e l'allestimento degli spazi espositivi. Specializzato nel recupero di edifici storici, Tscholl concepisce il restauro come intervento conservatore del preesistente. A Castel Firmiano la sfida particolare consisteva nel tutelare la sostanza storica e nell'intervenire in modo tale da permettere, in qualsiasi momento, il ripristino dello stato originale. I nuovi elementi architettonici si collocano in secondo piano e non costituiscono altro che un palcoscenico per la sostanza preesistente. Le coperture in vetro delle torri, ad esempio, non sono visibili dall'esterno, così come non lo sono tubature e cavi elletrici. Tscholl ha utilizzato esclusivamente acciaio, vetro e ferro, materiali moderni ma senza tempo.